IL CORPO TRASFORMATO

Blue my mind (film 2019)

 

LA TRASFORMAZIONE DELL'IMMAGINE CORPOREA NELL'ADOLESCENZA/PREADOLESCENZA

 

Piccola introduzione sul cambiamento corporeo ...

 

I primi segni dei comparsa della pubertà  si materializzano in modo evidente con le trasformazioni corporee, raffigurando a livello concreto un processo interno più o meno misterioso.

Il cambiamento si impone in modo evidente non solo alla vista, ma anche al tatto, all'udito, all'olfatto: la concretezza di questo corpo "altro" si impone al soggetto malgrado tutto. "Ormai niente sarà più come prima" (Cahn 1994) .

Il corpo muta, assumendo mano mano caratteri sessuali più definiti e perdendo la delicatezza dei lineamenti infantili,, le varie parti del corpo maturano con velocità differenti: crescono prima le ossa lunghe , poi il naso, le fattezze diventano disarmoniche e i movimenti goffi.

Il bambino sperimenta un corpo che non riesce a controllare, su cui non ha potere, che stenta a riconoscere e che vorrebbe perfetto, perché principale intermediario delle relazioni con l'altro (Marocco Muttini 2007).

Pur essendo elemento fondante dell'Io, il corpo è vissuto ora come inquietante novità,(Campanile, 2003) capace di mettere in discussione la logica concreta e onnipotente dell'infanzia, l'originale fiducia nel potere della mente di dominare la realtà.

Paradossalmente il corpo appare anche come l'unico elemento del cambiamento in atto che si possa controllare e manipolare, come sanno tragicamente bene la pazienti anoressiche.

La difficoltà ad integrare i cambiamenti puberali nell'immagine del sé corporeo, porta spesso per difesa alla ricerca di tutte quelle esperienze che contribuiscono ad un rinforzo percettivo-sensoriale del confine -corpo.

La resistenza alla pulizia ne è un esempio, nella misura in cui conservare il proprio odore dà la percezione di continuità olfattiva, così come il mantenere gli stessi indumenti dona un senso di conservazione dei propri limiti (Crocetta, Agosta 2007)

La pelle viene percepita come un involucro che delimita, custodisce, protegge. L'esperienza corporea nel preadolescente ripropone un bisogno primario di contenimento e di contatto.

 

Blue in my mind  (film 2019 di Lisa Bruhlmman)

Ho scelto l'immagine del film "blue in my mind", perché ben rappresenta, come solo qualche esperienza filmica sa fare, la potenza del cambiamento che alcuni ragazzi(ragazze sperimentano in quest'epoca di passaggio, ne rende la confusione, l'instabilità e a volte la drasticità.

Questa è un'opera diretta, a tratti dura, o almeno per me è stato così. con scene che restano nella mente, disturbanti a volte, ma incredibilmente vicine a quello che molti adolescenti portano. La regista sicuramente non voleva proporci un film tranquillo sul passaggio adolescenziale. Non voleva lasciare lo spettatore alla sua calma di osservatore, ma farlo muovere, internamente. 

Un film, ma anche una favola, cruda, reale, aperta.

I temi trattati sono molti e qui non li vorrei portare tutti, ma elencarne un pò, per incuriosire, aprire nuove domande, lasciare spazio a voi. 

Inizio e fine sono come un cerchio, riportano l'immagine dei piedi nella sabbia, in una sorta di tranquillità palpabile, che rimanda a sensazioni corporee piacevoli, rilassanti. Il film si snoda in mezzo a questo cerchio che inizia con l'infanzia e termina con una forma definita. La trasformazione è avvenuta.

Nel corso del racconto, in mezzo a questo cerchio, si narra un passaggio.  C'è un cambio di  città,  la difficoltà ad entrare in un nuovo gruppo , la ricerca di un'identità e di un ruolo anche attraverso l'occhio dell'altro.

Arriva il menarca e segna l'inizio di un mutamento sancito in modo indelebile, Il corpo segna l'urgenza e la definitività della trasformazione. Tutto si deve adattare, ed inutili appaiono gli sforzi di nascondere, per diventare "uguale" agli altri. Il cambiamento rende goffi, impacciati, fa sentire diversi e in questo film, fino all'estremo, richiede un'accettazione totale per essere liberi di evolvere.

Dentro al film c'è tanto altro, la ricerca di differenziazione dalla madre, ma nel contempo la richiesta di attenzione, di cure, di ascolto, nonostante l'allontanamento e la volontà di autonomia. In tutto questo i genitori, confusi ,si rifugiano in regole precostituite che credono tengano e limitino la ragazza, con tempi sempre sfasati di vicinanza-distanza, non riuscendo a sintonizzarsi con le aperture/chiusure della figlia. Ecco allora che le domande sulla propria identità si fanno pungenti (di chi sono figlia? sono stata adottata? sono diversa? Ho un "mostro " dentro?) e le mancate risposte aprono vuoti spaventosi.

Le trasgressioni si inseriscono in questo bisogno di trovarsi e differenziarsi, a braccetto con il periodo adolescenziale, spesso agite e non pensate, istintuali, apparentemente necessarie per appartenere ad un gruppo. 

La sessualità in Mia è un modo ignoto, in cui il passo è agito per rendersi normali, da effettuare al più presto senza pensarci troppo. I valori sono lasciati indietro, senza proteggersi in un ambiente dominato dall'istinto, in cui il maschile non ha cura dell'altro, la donna diviene mero oggetto. Qui si insinua anche una sorta di autolesionismo, effettuato non solo con le forbici nel corpo, ma anche con il sesso, dove il dolore fisico non è solo un modo per sentire meno l'altro dolore, quello  più profondo, ma anche un modo per non pensare.

Alla fine solo l'accettazione della propria diversità porta alla libertà, riconciliando i legami, rendendo possibile un dialogo, aprendo un possibile futuro.

Potrebbe essere letto come un episodio psicotico di tipo adolescenziale, o come un sogno ad occhi aperti, ma senza incasellarlo attraverso criteri diagnostici, la bellezza di quest'opera è nella sua favola reale. Un modo originale per rendere concreta e visibile (anche accettabile forse) la turbolenza di un passaggio difficile.