Le persone diagnosticate come soggetti con organizzazione masochistica sembrano essere le peggiori nemiche di se stesse. La persona che si comporta in modo masochistico tollera il dolore e la sofferenza nella speranza, conscia o inconscia, di un qualche bene maggiore. Il soggetto continua a comportarsi come se il proprio benessere dipendesse dalla sopportazione dei maltrattamenti, (nel caso ad es. di donne maltrattate). Il loro comportamento riflette il bisogno di Fare qualcosa dei propri sentimenti depressivi per contrastare gli stati di demoralizzazione, isolamento e passività. I masochisti sentono che se riescono a dimostrare il loro bisogno di compassione e tenerezza non subiranno un abbandono emotivo totale, temono infatti l’abbandono più del dolore. Sentono il bisogno della vicinanza degli altri per contenerli. Ossessività e compulsioni: i soggetti con organizzazione di personalità ossessiva e compulsiva presentano un conflitto di base tra rabbia (essere controllato) e paura (di essere controllato o punito), ma ciò che sorprende di più è la loro affettività muta, repressa, inaccessibile o razionalizzata. Le parole vengono usate per mascherare o dissimulare i sentimenti, non per esprimerli. Soffrono spesso di vergogna per grandi aspettative che hanno su di sé. Sopravvalutano l’attività mentale e cognitiva, tendono ad assegnare i sentimenti a un regno svalutato, alla debolezza, alla perdita di controlla, alla disorganizzazione e alla sporcizia. L’annullamento è il meccanismo di difesa specifico per i sintomi ossessivi. La compulsione serve per annullare mediante azione, che hanno il significato inconscio di espiare, di proiezione magica.